La generazione "vorrei ma non me la sento" N°18 - Luglio 2013


La generazione "vorrei ma non me la sento" N°18 Luglio 2013

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N.18 - Luglio 2013 - 15/07/2013
I giovani hanno energia, voglia di sperimentare e di affermarsi, non hanno però molte occasioni per dimostrarlo. Per far emergere le loro potenzialità servono opportunità, devono poter dimostrare anche a se stessi che ce la possono fare. A volte da una piccola esperienza nasce un percorso di vita impensabile.
In queste pagine riportiamo notizie e opinioni di chi con i ragazzi ci lavora sul serio, in particolare il rapporto con i viaggi all'estero. Momenti che formano e allargano la mente oltre che sperimentare la propria propensione a dialogare con il mondo, con lingue e culture diverse. Una formazione che per qualcuno è necessaria visto il trend in aumento di giovani che cercano lavoro all'estero.
Chiariamo anche alcune caratteristiche degli scambi: quelli scolastici prevedono la residenza nelle famiglie dei coetanei stranieri; quelli formativi Gioventù in Azione prevedono la residenza in comune e modalità di esecuzione diverse.
Gli argomenti di questo mese:
  1. La generazione "vorrei ma non me la sento"
    Dall'Istituto Ginnasio Brocchi un contributo d
    el preside Zen rilanciato anche nei media locali.
  2. Gioventù in Azione cambia in Erasmus+
    Il nuovo programma europeo per i giovani 2014-2020 è realtà dopo l'approvazione del Parlamento Europeo
  3. Cosa succede a Rosà
    Dall'associazione Amici del Villaggio continuano le offerte per partecipazione ai viaggi formativi in Europa
Redazione Amici del Villaggio News
La generazione "vorrei ma non me la sento"
Il preside del Brocchi Gianni Zen prende spunto dalla visita in Veneto del Liceo di Oslo per sottolineare la scarsa propensione dei nostri studenti nei confronti delle esperienze di formazione e di lavoro all'estero.
Alessandro Tich
bassanonet.it, 26 apr 2013 21:28
Il profilo medio dei nostri studenti? "E' un po' conservatore". Nel senso che i nostri ragazzi - in linea generale e salvo, ovviamente, le eccezioni - amano viaggiare e comunicare col mondo, ma quando si tratta di cogliere l'opportunità di andare all'estero per perfezionare la loro formazione o anche in prospettiva di lavoro tendono a tirare i remi in barca, nel timore di "allentare il cordone ombelicale con la propria famiglia".
Ad affermarlo non è un sociologo, ma chi i ragazzi li vede tutti i giorni: il dirigente scolastico del Liceo Brocchi di Bassano del Grappa Gianni Zen, che prende spunto dalla visita in Veneto del Liceo norvegese di Oslo per esprimere alcune considerazioni, contenute in una nota trasmessa in redazione e che riportiamo di seguito:

LETTERA IN REDAZIONE

Il Liceo di Oslo, con il preside e 60 docenti, è da alcuni giorni in Veneto. Non solo per un tour turistico-culturale. Ma, in primis, con lo scopo di conoscere la scuola italiana.
L'istituto prescelto per questa conoscenza è la mia scuola, il Liceo Brocchi di Bassano d.G., uno dei più grandi licei italiani, con sei indirizzi, 160 docenti e duemila studenti.
Un bel riconoscimento, da parte della scuola norvegese: visitare il Liceo Brocchi come modello di scuola italiana, per capire come è strutturata la nostra offerta formativa "a canne d'organo", cioè a più indirizzi.
Una trasferta in massa, impensabile per le scuole italiane, non solo per l'assenza totale di mezzi e di risorse.
I docenti di Oslo sono a Bassano, nelle loro intenzioni, per studiare la scuola, per capire come funziona, soprattutto per apprendere, sono loro parole, la nostra "ampia esperienza di internazionalizzazione dei percorsi", perseguita, in particolare, attraverso gli "scambi scolastici".
L'esperienza degli "scambi" è infatti una delle novità più rilevanti della scuola di oggi. Perché consente agli studenti una vera full immersion nella vita dei loro compagni stranieri, in scuola ed in famiglia, nei loro aspetti positivi ma anche nelle loro criticità. Delle vere lezioni di vita. In una logica, infine, di reciprocità, di vero "scambio".
Ma la ragione della visita va oltre. Si vuole conoscere una scuola veneta nelle sue diverse articolazioni, quasi come un modello da studiare, non solamente per gli "scambi", ma anche per altre e diverse buone prassi: i progetti Leonardo, i Viaggi Studio, l'Esabac, i corsi English Alive, il Comenius, le certificazioni, ecc..
Una buona scuola, si direbbe, nonostante le difficoltà che tutti conosciamo.
Il riconoscimento norvegese é legato, nel complesso, alla buona tradizione di molte scuole venete, definibile in termini di apertura (non solo) europea dei percorsi formativi, come via maestra per dare una mano ai nostri studenti, non solo in vista della equipollenza dei titoli di studio, in modo che si aprano alla mondialità delle opportunità e delle esperienze, ma anche nella prospettiva del mondo del lavoro globalizzato.
Ricordo solo, per intenderci, la recente indagine condotta dall'Ipsos: la scuola italiana nel suo complesso viene bocciata, dall'Osservatorio nazionale della internazionalizzazione delle scuole e della mobilità studentesca, proprio perché poco propensa a questa apertura.
Una internazionalizzazione non molto praticata, in verità, nemmeno in Veneto, tanto che gli studenti solo a titolo personale scelgono programmi di mobilità individuale. Penso qui ai progetti Intercultura che prevedono un trimestre oppure un intero anno all'estero.
Lo scorso anno sono stati 4700 gli studenti italiani che hanno fatto questa esperienza all'estero, ben il 34% in più rispetto al 2009. E questo nonostante la crisi.
Sono, dunque, ancora pochi gli studenti coinvolti. I motivi sono diversi, al di là dei costi, anche se il 48% di loro vorrebbe che l'iniziativa partisse dalle proprie scuole.
Il 77% degli intervistati ritiene fondamentale il ruolo dei docenti, per la scelta di una esperienza all'estero, mentre, tra gli stessi docenti, solo la metà ne dà un giudizio positivo, ed il 10% addirittura ne parla male.
Perché, questa la critica dei più, "ci sono i programmi da svolgere...".
Ma l'indagine dice altre cose, al di là delle difficoltà delle famiglie e del costo di queste iniziative. Presenta anche un profilo di studente che è un po' conservatore, troppe volte demotivato verso il mondo della formazione, rinchiuso nelle tranquille certezze famigliari.
Mentre invece la nostra "società aperta" sta chiedendo motivazione, coraggio della scoperta, intraprendenza.
Anche l'utilizzo della lingua straniera, insegnata in Italia troppe volte con metodi tradizionali, centrati sulla grammatica, è da noi un problema. Non è cioè visto come un nuovo strumento di dialogo, di conoscenza di nuove realtà.
Dovremmo invece abituare i nostri giovani, assieme alla sana prudenza, a non avere paura delle nuove esperienze, culture, relazioni, lingue.
La generazione che entra ogni giorno in classe la potremmo definire "vorrei ma non me la sento", nel senso che vorrebbe una scuola aperta, ma, al tempo stesso, teme di allentare un po' il cordone ombelicale con la propria famiglia, con gli amici, con il proprio territorio. I nostri giovani dicono, ad esempio, di amare i viaggi, ma solo per il 36% si dice disposto ad andare all'estero, un domani, per trovare un lavoro.
Come si vede, nuove responsabilità educative stanno segnando il mondo della scuola, responsabilità non sempre riconosciute, anche per norme oggi antiquate. Il mondo della scuola, al di là di alcuni esempi positivi, è ancora troppo chiuso e conservatore, centrato più sull'offerta che sulla domanda formativa, una impostazione obsoleta. Noi invece sappiamo che é nostro dovere aiutare i nostri giovani a capire cosa vuol dire "villaggio globale", se vogliono avere chance reali nella vita e nel mondo del lavoro. Cioè una speranza di futuro.

Gianni Zen
Gioventù in Azione cambia in Erasmus+

Il programma Gioventù in Azione entra nel più vasto programma per la formazione. Si chiamerà Erasmus + e con un budget di circa 16 miliardi di euro sosterrà per 7 anni, dal 2014 al 2020 le attività di mobilità e cooperazione per oltre 4 milioni di persone. Il budget è comunque soggetto ai negoziati nell'ambito del MFF (multi-annual financial framework).
La presidenza irlandese ha raggiunto un accordo sul Nuovo programma europeo a supporto dell'istruzione, la formazione, gioventù e sport per i prossimi 7 anni, con un budget di circa 16 miliardi di euro. Il programma si chiamerà Erasmus + riunisce in un unico programma attività precedentemente oggetto di una serie di programmi separati e comprende anche azioni nel nuovo settore di competenza europea, lo sport. Del budget, soggetto comunque ai negoziati nell'ambito del del MFF (multi-annual financial framework), il 77.5% sarà destinato ai settori Istruzione e Formazione, un extra 3.5% è destinato al nuovo "Loan Guarantee Facility". Il settore Gioventù riceverà il 10%, mentre allo Sport sarà destinato l'1.8% dei fondi.
Saranno oltre
4 milioni le persone che potranno beneficiare di finanziamenti europei per cogliere le opportunità di studio e formazione all'estero tra il 2014 ed il 2020, raddoppiando quasi il volume delle persone che al momento hanno usufruito di tali opportunità.
Il programma avrà come focus la mobilità, la cooperazione e politiche per riformare. Nello specifico saranno finanziate opportunità di studio, formazione, insegnamento e volontariato internazionali. Tali miglioramenti sono destinati a studenti universitari, delle scuole professionali, formatori, insegnanti, tirocinanti e giovani lavoratori.
ViviEuropa è il sito del Dipartimento Politiche Europee della Presidenza del Consiglio dei Ministri
Cosa succede a Rosà
E' terminato da poco l'ultimo viaggio di dieci ragazzi, seguiti passo passo da due giovani organizzatrici degli Amici del Villaggio, responsabili del progetto. Una nuova occasione per fare una esperienza assieme a coetanei di altri paesi europei, la quarta partita da Rosà. Vedi la notizia sul sito www.amicidelvillaggio.it.
Ma come sono strutturati questi viaggi e come vi si partecipa?
I progetti Gioventù in Azione
Sono progetti programmati da associazioni ONG fatti assieme ad altre associazioni simili sparse nel continente e svolto in uno degli stati membri o in via di adesione all' Unione Europea. Devono rispettare un rigido protocollo e un esame di validità da parte di uffici periferici della Commissione Europea: le Agenzie Nazionali. In Italia questo ente si chiama Agenzia Nazionale per i Giovani.
I progetti riguardano vari temi, dall'ambiente, alla democrazia, allo sport, ma tutti hanno in comune gli obiettivi generali definiti nella base giuridica del Programma Gioventù in Azione che sono:
  1. promuovere la cittadinanza attiva dei giovani in generale, e in particolare la loro cittadinanza europea
  2. promuovere la solidarietà e la tolleranza tra i giovani, al fine di rafforzare la coesione sociale nell' Unione europea
  3. favorire la comprensione reciproca tra giovani di diversi Paesi
  4. contribuire a migliorare la qualità dei sistemi di sostegno alle attività giovanili e le competenze delle organizzazioni della società civile nel settore giovanile
  5. promuovere la cooperazione europea nel settore della gioventù
Inoltre devono rispondere alle priorità individuate anche queste da precise disposizioni normative. La principali sono: Cittadinanza Europea, Partecipazione dei giovani, Diversità culturale, Inclusione di giovani con minori opportunità.
Chi può partecipare?
L'età di partecipazione dipende dal progetto specifico. La minima può essere di 13 oppure di 18 anni. La massima può essere di 25 oppure di 30 anni. Di norma si cerca di uniformare le età nello stesso progetto.
Quanto costa?
Ai partecipanti viene chiesto una quota per coprire una parte del costo di viaggio e altre piccole spese. In media è da 80 a 150 euro. Tutto il resto, vitto, alloggio, costi di formazione e 2/3 del viaggio, viene coperto dal finanziamento della Comunità Europea.
Quanti giorni mi impegna?
La durata del viaggio è dai 7 ai 12 giorni. In casi eccezionali può durare di più. Sono previsti alcuni incontri di preparazione e alcuni incontri di rendicontazione al ritorno.
Perdo giorni di scuola?
Le scuole superiori accettano di buon grado queste esperienze, in quanto altamente formative. Ne riconoscono i crediti formativi.
Inoltre si ha diritto a ricevere un attestato europeo di partecipazione "Youth Pass" che certifica il percorso e le competenze acquisite durante il periodo dello scambio.
Come fare domanda?
Per aderire basta scrivere la propria intenzione di partecipare alla mail dell'associazione Amici del Villaggio amicidelvillaggio@gmail.com. Successivamente si verrà contattati per maggiori informazioni.


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